Alcuni
studiosi ritengono che le origini delle orecchiette vadano cercate nella zona provenzale
francese, dove fin dal Medioevo si produceva una pasta simile che sarebbe stata
poi diffusa in tutta la Puglia durante la dominazione angioina.
Un
grosso dilemma è se esista qualche differenza tra orecchiette e chiancaredde.
Secondo
qualcuno si tratterebbe, infatti, di due differenti formati di pasta, in quanto
le chiancaredde avrebbero una forma più piatta e più grande, ricordando appunto
la forma delle "chiancaredde", quelle sottili lastre di pietra utilizzate per la
copertura conica dei trulli. Secondo altri, invece, il nome deriverebbe dal
fatto che in passato l’impasto veniva fatto proprio sulle chianche anzichè
sulla spianatoia.
Per
me si tratta dello stesso tipo di pasta, ho sempre sentito le mie nonne utilizzare
i due termini come sinonimi.
Per
la realizzazione ponete la farina a fontana sulla spianatoia, versate nella
cavità centrale l’acqua tiepida e cominciate ad impastare, aggiungendo man mano
altra acqua fino ad ottenere una pasta consistente ed elastica che lascerete
riposare per 10 minuti coperta da un canovaccio. Noterete che tra gli
ingredienti non è indicato il sale, perché generalmente la cottura avviene in
acqua salata.
Prendete
un pezzo di pasta ed allungatelo formando un bastoncino, con un coltello,
possibilmente a lama liscia, tagliate il primo tocchetto e con la punta del coltello
lo trascinate verso di voi (la pasta si arriccerà su se stessa), con un gesto
rapidissimo rivoltate l’orecchietta aiutandovi o con un dito (come si vede in
foto) o con il coltello (per i più esperti).
Con
le dosi indicate verrà una grande quantità di orecchiette che potrete far
essiccare e conservare in un sacchetto per alimenti riposto in un luogo
asciutto.
Il
condimento ideale è con cime di rapa, ma va benissimo anche sugo di pomodoro.
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