sabato 30 gennaio 2016

Ancient worlds earrings

Cari lettori oggi sarò breve. Per questi orecchini, che mi ricordano mondi lontani ed antichi, ho utilizzato delle perle da me create, simulando un effetto pietra simile a quello del marmo e cercando di renderlo il più possibile verosimile anche grazie ad alcune piccole crepe che spesso le pietre presentano. Ho, pertanto, miscelato porcellana fredda dai toni del verde, giallo ed azzurro per le perle poste in basso, viola e verde per quelle poste in alto. Una volta asciutte, le ho verniciate per preservare i colori nel tempo e proteggerle dall'umidità.



giovedì 14 gennaio 2016

Pezzetti alla cannella




Sarà capitato a tutti avere dopo il Natale grandi scorte di dolci e biscotti da smaltire … tuttavia, quest’anno con grande sorpresa, i sopravvissuti alle feste natalizie sono dei deliziosi dolcetti della tradizione tarantina, chiamati “pzzett’a cannell” ovvero “pezzetti alla cannella”. Per me i biscotti più buoni al mondo e mi stupisco del fatto che siano rimasti indenni nella credenza fino a metà gennaio. Già! …perché, assaporato il primo, sarà difficile fermarsi, sono davvero irresistibili! 
Pertanto, anche se l’odore di arance, cannella e altre spezie vi riporterà al ricordo sbiadito dei pranzi natalizi, non potete esimervi dal provarli.
 
Ingredienti per i biscotti: 
2 uova 
150 g di zucchero 
500 g di farina
30 g di cacao amaro
5 g di cannella in polvere
5 g di chiodi di garofano in polvere
buccia grattugiata di un’arancia
10 g di ammoniaca
50 g di latte
100 g di olio

Per la glassa: 
400 gr di zucchero
100 ml di acqua
2 albumi montati a neve
succo di un limone

In una ciotola lavorate le uova con lo zucchero, unite l’olio, le spezie e la buccia grattugiata di un’arancia. Poco alla volta aggiungete la farina setacciata, il cacao e per ultimo l’ammoniaca sciolta nel latte caldo. Lavorate bene il composto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Dividete il composto in pezzetti e formate dei cordoncini spessi un cm, tagliateli in diagonale cercando di dare ai biscotti una forma a rombo. Disponete i biscotti su una teglia e fate cuocere in forno caldo a 180° per circa 20 minuti
Fin qui tutto semplice.
Il problema è “u’scilepp” ossia la glassa …e forse è un bene che ci sia una difficoltà nel realizzare questi dolcetti squisiti, altrimenti staremmo continuamente a sfornare quantità industriali.
Montate gli albumi a neve, a parte in un tegame, mettete lo zucchero, l’acqua e fate cuocere a fuoco lento continuando a mescolare. Quando lo zucchero inizia a filare (la difficoltà sta proprio nel capire quando avviene questo passaggio) e giunge ad ebollizione, aggiungete gli albumi montati a neve, continuate a mescolare ed unite il succo di limone. Non è detto che la glassa riesca al primo tentativo, ma tranquilli, questo non signifca che dovete gettare la spugna. Ci sono passati tutti coloro che hanno provato a realizzare i "pezzetti alla cannella".
Tuttavia, quando la glassa è pronta, toglietela dal fuoco e tuffateci i biscotti così da ricoprire tutta la superficie in maniera uniforme, infine adagiateli su carta da forno e lasciateli asciugare per bene prima di conservarli.
Vale davvero la pena provare questi biscotti golosi, ma ricordatevi di farli quando spira un vento asciutto come la tramontana altrimenti la glassa potrebbe impiegare diversi giorni per asciugarsi.

mercoledì 6 gennaio 2016

The Dreamcatcher




Nella vita di molte persone i sogni svolgono un ruolo importante. Nella storia dell'uomo quasi tutte le culture hanno attribuito significati ai sogni, spesso associati al mondo spirituale.
Si ritiene che originariamente l'acchiappasogni sia stato creato dalla tribù degli Ojibwe il cui nome è stato poi accorciato in Chippewa da commercianti francesi (Chippewa è ancora il nome legale di molte tribù, soprattutto nel Wisconsin). 
Sulla storia degli acchiappasogni ci sono antiche leggende degli indiani d'America alcune delle quali sono andate perdute nel corso del tempo. Una leggenda degli Ojibwe racconta di Asibikaashi, una bellissima donna ragno, che  aveva il compito di vegliare sul sonno di tutti gli uomini. Sin dalla loro nascita, sulle culle ed i lettini dei bambini, iniziava a tessere una invisibile tela di ragno con una trama sottile e delicata, capace di raggiungere qualsiasi incubo per poi farlo sparire al sorgere del sole. In questo modo agli uomini non poteva accadere nulla di male, ma quando il popolo Ojibwe cominciò ad emigrare per tutto il territorio del nord America, per Asibikaashi fu molto difficile raggiungere tutti i bambini. Così  insegnò alle donne della tribù a costruire gli acchiappasogni, che posti sopra le culle, avrebbero protetto i piccoli durante il sonno. Un'altra leggenda sempre attribuita alla tribù degli Chippewa  narra che mentre una nonna di nome Nokomis dormiva, un ragno tesseva tranquillamente la sua tela in un angolo. Ogni giorno la nonna guardava il ragno che realizzava la sua opera. Un giorno il nipote dell'anziana signora vide il ragno, con un balzo prese una scarpa e si lanciò verso la ragnatela. La nonnina invitò  il nipote Keegwa a non ucciderlo. Il ragazzo stupito si fermò e chiese il motivo. La vecchia sorrise ma non rispose. Appena il ragazzo andò via, il ragno si avvicinò alla vecchia donna e la ringraziò. Le disse: “per molti giorni mi hai osservato mentre tessevo e facevo oscillare la mia tela, hai ammirato il mio lavoro. Poiché mi hai salvato la vita, ti offrirò un dono in cambio”. Così la luna si avvicinò alla finestra e illuminò la rete. “Vedi come sto tessendo?” Disse il ragno a Nokomis: “Guarda e impara, ogni rete catturerà i brutti sogni, solo i sogni buoni passeranno dal piccolo buco centrale, questo è il mio dono per te. Usalo per ricordare soltanto i bei sogni, quelli cattivi rimarranno senza speranza imprigionati nella rete”.
Successivamente l'acchiappasogni si diffuse in quasi tutte le tribù del nord America, prime fra tutte le tribù dei Dakota (anche Lakota o Nakota) storicamente conosciuti come i Sioux.
La loro leggenda racconta che ad un vecchio saggio Dakota apparve sotto forma di ragno, Iktome, il dio dell'inganno e della prudenza. Questi  mentre tesseva, all'interno di un cerchio di salice,  una ragnatela fatta con crine di cavallo, perline e piume, raccontò al vecchio saggio di come gli uomini iniziano a vivere passando dall'infanzia all'età adulta, alla fine diventano vecchi e qualcuno si prende cura di loro come se fossero diventati un'altra volta bambini, completando così il ciclo della vita. Ammetteva Iktome, che in ogni periodo della vita vi sono molte forze, alcune buone ed altre cattive, se si ascolteranno le forze buone queste guideranno nella giusta direzione, ma se se si ascolteranno quelle cattive si andrà nella direzione sbagliata, interferendo con l'armonia della natura. Quando finì di parlare, consegnò all'anziano il cerchio con la rete e disse: “nella ragnatela c’è un buco nel centro, utilizzala per aiutare la tua gente a raggiungere i loro obiettivi, facendo buon uso delle idee, dei sogni e delle visioni”.
Anche la tribù dei Cheyenne ha una leggende legata a questo oggetto: un giorno una bambina il cui nome era Nuvola Fresca, disse alla madre, Ultimo Sospiro della Sera che ogni notte un uccello nero la punzecchiava. La madre rassicurò la piccola impaurita e le disse che le cose che vedeva di notte si chiamano sogni e l'uccello nero che arrivava era soltanto un'ombra. 
Ultimo Sospiro della Sera sapeva che sarebbe stato ingiusto respingere le paure della sua bambina, ed inventò una rete tonda per catturare i sogni nella notte, poi diede all'oggetto il potere di riconoscere i sogni buoni, quelli utili per la crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, insignificanti ed ingannevoli. 
In queste leggende di tribù diverse, sebbene sia ritenuto da tutte un oggetto sacro, l'acchiappasogni presenta delle differenze.  Nella cultura degli Ojibwe, veniva appeso sopra o vicino al letto e doveva essere posizionato dove la luce del mattino potesse brillare su di esso. L'oggetto aveva lo scopo di filtrare i sogni notturni intrappolando gli incubi nella tela e facendo scendere lungo le piume i sogni buoni per farli arrivare al dormiente; al mattino la delicata luce dell'alba che colpisce l'acchiappasogni farà svanire i brutti sogni intrappolati nella rete, allontanandoli per sempre. 
Nella cultura Dakota l'acchiappasogni veniva  appeso all'entrata dei loro tipi per filtrare i sogni e le visioni; gli incubi e le energie negative passavano attraverso il buco per poi scomparire, mentre i sogni belli restavano intrappolati nella trama. 
Ogni elemento ha un significato specifico. Il cerchio perfetto (anche se in alcune parti nel nordest degli Stati Uniti e del Canada, è consuetudine dare una forma a goccia), è realizzato con un sottile ramo di salice e rivestito da lacci di cuoio. Per gli Ojibwe, il cerchio dell'acchiappasogni rappresentava il viaggio di Giizis, il sole, nel cielo. Simboleggia l'universo e l'eterno ritorno della vita umana e naturale. La ragnatela di spago o crine di cavallo, guida il percorso dei sogni ed è collegata al cerchio da otto nodi, rappresentando le otto zampe del Asibikaashi. Il ragno, sin dai tempi antichi è un simbolo di potere e anche se suscita paura e ribrezzo, ha un ruolo protettivo contro ogni tipo di pericolo. La dimensione dell'apertura nel mezzo della rete determinava il numero di sogni che si desiderava far ricevere e i cambiamenti che si sarebbero potuti realizzare nella propria vita. Le perline presenti all'interno della tela, in vetro o pietra, rappresentano la rugiada che intrappola la luce al sorgere del sole e fa sparire in quell'istante i brutti sogni. Le piume legate all'esterno del cerchio, rappresentano l'aria, il respiro e secondo alcune tribù i punti cardinali. Gli Ojibwe  utilizzavano piume di gufo per ottenere saggezza dai loro acchiappasogni, piume d'aquila per acquisire coraggio. 


In passato gli acchiappasogni appesi ai letti dei bimbi molto piccoli, portavano una piuma posizionata al centro che, oltre a divertire il bimbo con i suoi movimenti, doveva anche insegnargli l'esistenza e il movimento dell'aria. Col passar del tempo comunque furono soprattutto gli adulti ad utilizzare gli acchiappasogni. Infatti un'altra funzione, forse meno nota, era quella di messaggero d'amore. Si credeva che la ragnatela oltre ad imprigionare i bei sogni, imprigionasse anche i sogni romantici degli innamorati.
L'acchiappasogni è oggi più  un oggetto decorativo che magico. Tuttavia, gli indiani d’America credono che quando crei un oggetto con le tue mani, stai inserendo la tua stessa energia vitale, e per questo motivo, lo stai rendendo molto più potente e connesso alla tua anima, di quanto sarebbe stato se ciò non fosse avvenuto. Pertanto, costruite il vostro dreamcatcher. 
Vi servirà:
un filo di ferro o un ramo flessibile di salice di circa 16 cm
filati o fettucce di cuoio o cotone
spago per la ragnatela
perline e piume per decorare
Cominciate formando un cerchio con il filo di ferro o ramo di salice ed avvolgete la fettuccia di cuoio o di cotone su tutto il cerchio.
Annodate un'estremità dello spago al cerchio,  avvolgete lo spago intorno, tendete il filo e ripetete la medesima procedura finché non tornate al punto di partenza cercando di mantenere la stessa distanza tra un nodo e l'altro.
Prendete ora l'estremità dello spago e fatela passare tra il primo e il secondo nodo, ogni nodo dovrebbe trovarsi a metà del segmento di spago, continuate così ad intrecciare la rete, tessendo il cerchio al centro diventerà sempre più piccolo.
La rete sarà completa quando nel mezzo avrete un piccolo cerchio. Se lo desiderate, potete rendere il vostro acchiappasogni più originale aggiungendo perline, piume e corde colorate.
Maneggiate con cautela il vostro acchiappasogni e durerà per anni, all'alba osservate come la rugiada catturando i raggi del sole farà svanire i vostri incubi.